Ambito/Autore : Martino Teofilo (Fiandre,?-Bressanone, 1639)
Periodo storico: 17° secolo
Anno: 1600- 1610
Soggetto: Cristo redentore
Luogo di conservazione: Trento, Fondazione Biblioteca San Bernardino
Materia e tecnica: olio su tela, cm 116 x 93; misure dell’ancona cm 188 x 156
Provenienza: San Bernardino vecchio, 1694 ca.
Descrizione:
Questo dipinto è l’unico, tra quelli provenienti dal vecchio San Bernardino, a conservare l’ancona originale, benché ridipinta. Di impianto tardo rinascimentale, la semplice struttura lignea presenta lesene doriche e un frontone a timpano classico con cherubino. La rada decorazione a finti inserti marmorei ben si adegua ai tratti dell’architettura manierista. L’aspetto più rilevante è tuttavia rappresentato dagli scudi con lo stemma Trapp alle basi delle lesene che dichiarano senza equivoci la committenza dell’opera. Ciononostante non disponiamo di alcuna informazione circa l’originaria ubicazione dell’altarolo nella vecchia chiesa dei Minori, né dell’identità del donatore appartenente alla nobile stirpe.
Nel 1780 Francesco Bartoli visualizza l’opera nel coro dei frati. Vi rimase fino al 1906, quando fu posta nei coretti, per sopperire la mancanza di altari (Morizzo). Dopo il restauro, viene infine custodita nella sacrestia.
Tra le opere meno studiate dell’artista (Weber per svista la assegnava a Obermüller), essa rappresenta in maniera compiuta la percezione di modi palmeschi da parte di un artista educatosi su modelli nordeuropei. La saldezza iconica dell’immagine, così consentanea alle istanze della pittura controriformata, è ulteriormente intensificata dalla nobiltà del volto incorniciato dalla decorazione dorata dello scollo. Meno raffinata e sbrigativamente sintetica la piegatura del mantello rosa acceso, in particolare all’altezza delle ginocchia. Va in ogni caso tenuto in debito conto il deperimento della pellicola pittorica che in più punti si presenta fortemente sgranata, in particolare nella gloria di cherubini. Il dipinto è collocabile nel primo decennio del Seicento, in prossimità della pala maggiore (1605).
Fonti: Morizzo, IV, p. 442; ACPFM, busta 275, Inventario 1963, p. 667, n. 14; SBC Dal Bosco 2001/ OA/ 00072232.
Bibliografia: Bartoli 1780, p. 58; Esposizione di pittura sacra, n. 2; Weber 1977, p. 258; Guadagnini 1994, p. 32; Stenico 1999, pp. 142, 599.